I Dipartimenti di Eccellenza rappresentano un intervento innovativo e di forte sostegno finanziario, previsto dalla legge 232 del 2016 (legge di bilancio 2017).
L'intervento ha l'obiettivo di individuare e finanziare, con cadenza quinquennale e nell'ambito delle 14 aree CUN, i migliori 180 Dipartimenti delle Università statali.
Si tratta di Dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e per la qualità del progetto di sviluppo, ai quali è destinato un budget annuale di 271 milioni di euro.
L’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, mercoledì 28 dicembre ha pubblicato l’elenco dei 180 Dipartimenti di Eccellenza 2023-27 delle Università statali che si sono distinti per qualità della ricerca e nella progettualità scientifica e didattica.
Di UNIMORE, solo due sono risultati vincitori: oltre al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell'Adulto, è stato riconosciuto come dipartimento di eccellenza il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (DESU).
Il DESU avrà dunque a disposizione 5,4 milioni spalmati in 5 anni per il progetto ANALFABETISMI AD ALTO COSTO SOCIALE: STRUMENTI DI RICERCA PER LA LORO RIDUZIONE.
Come ha detto la direttrice del DESU, prof.ssa Annamaria Contini, «Il DESU emerge, nel panorama nazionale dei dipartimenti a orientamento educativo, soprattutto per tre aspetti essenziali: la capacità progettuale del proprio personale sul piano della ricerca, anche a livello internazionale; il carattere marcatamente interdisciplinare degli interessi di studio che in esso sono coltivati; l’intensità dei rapporti di collaborazione con il territorio per il miglioramento qualitativo dei servizi educativi. Sono certa che, grazie al sostegno finanziario fornito dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) ai dipartimenti selezionati come eccellenti, il DESU potrà consolidare i propri punti di forza e porsi obiettivi ancora più ambiziosi».
Il progetto scientifico per lo sviluppo del DESU prende avvio da un problema su cui la ricerca può offrire risposte conoscitive e operative.
Nonostante il carattere liberale delle società occidentali, la diffusa disponibilità di beni, servizi e accesso alle informazioni nello spazio digitale, assistiamo all’emergere di analfabetismi che impediscono a molti di inserirsi in modo consapevole nella società civile, facilitano diseguaglianze e manipolazioni, e indeboliscono il dibattito democratico e la coesione sociale.
L’obiettivo generale è rendere il DESU un polo interdisciplinare di rilevanza nazionale e internazionale nello studio di analfabetismi ad alto costo sociale e nell’individuazione di modalità di intervento educativo-didattico per il loro contrasto, anche attraverso lo sviluppo delle competenze chiave, in contesti di educazione formale e non formale, dall’infanzia all’età adulta, come raccomandato da UNESCO e Consiglio Europeo.
Perseguendo questo obiettivo, il DESU intende rafforzare il suo profilo internazionale, aumentare la produttività scientifica di elevato impatto e la capacità di attrarre finanziamenti su base competitiva. Questi risultati saranno ottenuti attraverso le strade complementari del potenziamento e dell’innovazione, con l’ambizione di combinare lo sviluppo scientifico e strutturale in termini di risorse sia umane che finanziarie.
Il DESU potenzierà le proprie reti internazionali e la collaborazione tra le sue diverse componenti disciplinari (pedagogiche, storiche, filosofiche, linguistiche, letterarie, giuridiche, sociologiche e delle scienze naturali e matematiche) attraverso lo studio degli analfabetismi, in particolare
- l’analfabetismo alfabetico-funzionale;
- l’analfabetismo nella comprensione della differenza culturale e religiosa;
- l’analfabetismo in materia di pensiero critico e di cittadinanza.
Inoltre, grazie alla collaborazione con gli enti di un territorio che vanta tradizioni di eccellenza in ambito educativo (in particolare con la Fondazione Reggio Children, già partner “industriale” del DESU nel dottorato in Reggio Childhood Studies), verrà istituito un Centro di documentazione educativa sulle buone pratiche didattiche, realizzate su scala nazionale ed europea, intorno allo sviluppo delle competenze chiave.
Con un nuovo approccio analitico e operativo, i diversi analfabetismi verranno studiati in una prospettiva integrata, che riconosce le interazioni tra le diverse forme di alfabetizzazione e le diverse competenze chiave.
Alla base si colloca un approccio innovativo, teorico ed empirico, all’analisi e al contrasto degli analfabetismi, da perseguire attraverso una prospettiva olistica e integrata che studia le interazioni tra le diverse forme di alfabetizzazione e tra le diverse competenze chiave. Nel quinquennio 2023-2027 il DESU si impegnerà in una serie di azioni con attività quali: reperimento di nuove risorse umane e materiali; incremento della rete di collaborazioni scientifiche nazionali e internazionali; apertura di nuovi curricula di CdS e di dottorato; istituzione di un Osservatorio nazionale sugli analfabetismi e di un Centro di documentazione educativa per la raccolta di materiali documentari; istituzione di un Laboratorio sul pensiero critico; sperimentazione didattica anche attraverso un innovativo MULTILAB.
Inoltre, allo scopo di realizzare gli obiettivi di disseminazione dei risultati tra il più vasto pubblico e i professionisti dell'educazione, si prevede di intensificare il coinvolgimento delle istituzioni locali e nazionali con cui già sono attivi rapporti di collaborazione e che hanno già espresso la volontà di sostenere il DESU in nuove attività (Provincia e Comune di Reggio Emilia, Fondazione Reggio Children - Centro Loris Malaguzzi, INDIRE, INVALSI, Ministero dell’Istruzione). In particolare, in collaborazione con gli enti del territorio e i maggiori attori nazionali, il DESU intende promuovere la formazione permanente di insegnanti e educatori intorno agli analfabetismi, tramite i seguenti obiettivi specifici:
- incremento delle pratiche di didattica scolastica ed extra-scolastica orientate allo sviluppo delle competenze chiave;
- sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’impatto dei costi sociali causati dagli analfabetismi;
- allargamento delle reti di collaborazione con le istituzioni, ad esempio supportando l’esperienza della rete delle Learning City UNESCO, per generare un circolo virtuoso tra l’indagine accademica e i meccanismi di decisione;
- ampliamento delle collaborazioni con musei nazionali e locali (come i Musei Civici di Reggio Emilia e il Sistema dei Musei Scientifici di Unimore) e con le reti di biblioteche civiche per la costruzione di laboratori dedicati a bambini e adolescenti sul patrimonio storico-artistico e sui saperi scientifici, anche all’interno dei progetti di “scuola diffusa”.